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mercoledì 28 gennaio 2015

IL RICORDO DI BRUNO "STRIGHETA" DEI ROSSI DI ALBERTO VITUCCI E GLORIA ROGLIANI




ROBERTO BUSETTO "ARMARON" E BRUNO DEI ROSSI "STRIGHETA"



 

di Alberto Vitucci



Mi chiedono un pensiero in memoria di Bruno Strigheta. Aderisco volentieri. Perché Bruno non era soltanto un grande campione, dotato di una tecnica sopraffina di voga, imparata dal padre "Gigio". Era anche una persona speciale. Capace di grandi gesti di affetto e di arrabbiature improvvise. Ma poi, passata la bufera, subentrava il sorriso e l'arte diplomatica, anche quella imparata dal grande Albino. Così le sue rivalità con "Crea e Bepi", che lo accusavano di avergli portato via la vittoria nei gondolini, nel 1986,  e quelle con i Vignotto e altri, finivano presto davanti a una tavola imbandita e a un'ombra di rosso. Il marchio di figlio d'arte Bruno se l'era portato appresso fin da piccolo, quando imparava i primi rudimenti della voga. Era il figlio più grande di Strigheta, che lo portava sempre in palma di mano. "Bruno xè bravo...", ripeteva "Gigio" scuotendo la testa. Era lui, anche negli ultimi anni della sua vita, il suo primo tifoso. Un affetto ricambiato. Nell'autunno scorso nella trattoria "da Romano" a Burano, alla grande festa in memoria di "Strigheta", Bruno mostrava i segni della malattia in stato avanzato. Pallido e magro, non aveva saputo trattenere le lacrime al momento delle foto di rito. Suo il merito insieme al fratello Franco, di aver messo insieme campioni vecchi e nuovi, rivali di sempre e nemici storici per ricordare il simbolo della voga veneta. Il mio ricordo di Bruno è fatto di grande simpatia, oltre che di stima sportiva e umana. Per un campione che ha vinto quasi tutto, a poppa e a prua, in gondola, gondolino e caorlina. Un giorno di settembre, sul ponte della Canonica, mi aveva gridato dalla gondola qualche improperio. Non gli era piaciuta una frase della telecronaca in cui, con tanto di replay, si raccontava quello che era successo in gara. Io avevo fatto finta di niente. Il giorno dopo lo avevo incontrato calle de la Canonica. Mi aveva sorriso e stretto la mano. Finita lì. Anche questo era Bruno. Un campione che sapeva farsi voler bene.












Gloria Rogliani
(Presidente Associazione Regatanti)




Non è stato facile per tutti noi dell'associazione regatanti e sicuramente per tutto il mondo della voga concentrare in poche parole l' essere stato Campione. Ognuno di noi avrebbe voluto mettere in questo momento su carta il proprio ricordo personale, in questi giorni ho raccolto tantissimi aneddoti che ogni grande campione ha di te. Personalmente ricordo ancora mio padre che il giorno della regata storica ci ripeteva "Vado veder i fradei Strigheta" e così mi ritrovavo anch'io in canale, non interessata alla regata  ma  ancora stordita dalle grida del pubblico che urlava il tuo nome. Non ero all'epoca interessata al mondo del remo, ma nel tempo ho riconosciuto nella tua forza una parte significativa e fortissima del nostro mondo. Ricordo una regata de la Sensa quando con lo  scotch da pacchi ti sei legato una gamba per vogare meglio senza pensare alla tua salute , provocandoti dei problemi fisici. Questo riassume che tipo eri! Forte, risoluto, capace di cambiare posizione e compagno con un'abilità unica e grande. Vogavi bene e insegnavi ancor meglio!


Ciao Bruno  grande campione, grande uomo!
Gloria



RISTORANTE AI DO FORNI: DINAR DEI REGATANTI 2011


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