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venerdì 30 gennaio 2015

IL RICORDO DI BRUNO "STRIGHETA" DEI ROSSI DI MAURIZIO E GIORGIO CROVATO


GALEONE DELLE REPUBBLICHE MARINARE 
PRIMI NEL 1983-1984:  
STEFANO TOMA - BRUNO DEI ROSSI - ALESSIO SCARPA - FRANCO DEI ROSSI
DE FINA - SERGIO TOMA - UMBERTO COSTANTINI - CRISTIANO FONGHER 
TIMONIERE GIUSEPPE FONGHER








di Giorgio e Maurizio Crovato




La scomparsa di Bruno Dei Rossi Strigheta ci ha doppiamente commosso. Perché è mancato un grande personaggio, campione del remo, perché è mancato un coscritto, essendo nato anche lui nel 1952, il 2 di gennaio. In quell’anno il suo leggendario papà, Albino, "Gigio Strigheta", vinceva per la sesta volta consecutiva la Regata in Canalazzo, iniziando la leggenda che lo vedrà protagonista nella storia delle regate del Novecento e, forse, di tutti i tempi. Anche Bruno era un vero campione. Lo confermano le sue vittorie e le numerosissime bandiere in tutte le regate della stagione remiera, Storica compresa, con un particolare non trascurabile: ha vinto sia vogando a prua sia vogando a poppa. Non era facile confermare la fama della famiglia "Strigheta". Da coetanei, o come diceva Bruno quando ci incontravamo, “della classe”, “coscritti”, è d’obbligo soffermarci su un aspetto particolare. Bruno apparteneva a quella generazione, nata nel secondo dopoguerra, che non sempre ha assunto un ruolo di protagonista nella difficile competizione dei regatanti di razza, dei campioni. È emblematico il fatto che regatanti prestigiosi del calibro di "Gigio Strigheta", "Ciapate", "Bota", "Crea", "Ciaci", i Fongher, abbiamo continuato per decenni a imporre la propria forza e la propria consolidata esperienza. Altri "teleri", si diceva. Mancava la generazione “di mezzo”, quella nata con il benessere e le comodità del dopoguerra. Per qualcuno la generazione “fortunata” che non era più disponibile a sacrificarsi come invece avevano fatto i “vecchi”. Non è un caso che a rompere nel 1985 il predominio dei “vecchi” siano stati i fratelli "Strigheta", Bruno e Franco. Ora, ricordando Bruno, ci viene ancora più spontanea l’analogia con il suo indimenticato papà. È del 1972 la simbolica consegna del testimone tra padre e figlio, che vogano assieme alla Regata Storica. Se per "Gigio", pescatore fin da bambino, la sua affermazione, nelle regate promosse dall’OND (n.d.r.- opera nazionale dopolavoro: era l'organismo che organizzava tutte le regate esclusa quella Reale o Fascista in Canalazzo. Nelle isole, per donne e uomini, giovani e lavoratori, impiegati e operai. Il giovane Albino fù notato dall'allora podestà avv. Brass alla regasta di Torcello riservata ai giovani pescatori) negli anni Trenta, rappresentò, tra i disastri della guerra, un duro percorso di promozione sociale, fino alla conquista di un posto nella prestigiosa categoria dei gondolieri, per Bruno il percorso non è stato meno faticoso o agevolato. Bruno ha dovuto conquistare la propria posizione con tanti sacrifici e tanto lavoro. Nobili occupazioni offerte dalla città dell’arte e dell’acqua: pescatore seragiante, lavorante nelle fornaci di Murano, gondoliere. Una vita da lagunare, una vita da veneziano, una vita da campione. Un esempio per tanti: addio Bruno, ci mancherai.




REGATA DI PELLESTRINA 1990
FRANCO E BRUNO DEI ROSSI

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